martedì 7 settembre 2010

Premiata Ditta Brunori Sas

«"Come stai?" è la frase d’esordio del mondo che ho intorno».



C’è poco da fare: se un artista ti colpisce fin dalle prime righe di un racconto o dalle prime immagini di un video o, come in questo caso, dalle prime noteparole di una canzone vuol dire che tocca delle corde particolari, sicuramente corde in tensione.

Magari non si tratta neanche di un genio (o forse sì) ma di certo ha qualcosa da dire, da dirti.


È capitato sabato ad un concerto della (Premiata Ditta) Brunori Sas, nell’area dell’ex mattatorio di Testaccio.
La circostanza oltremodo rilassata, l’area grande e ariosa della “città dell’altra economia”, i banchetti di Manitese con i test sul consumo critico (il mio risultato, 41: “Superficiale (Istintivo)”; quello di Peppuccio, 53 “Criminale di Guerra”, di cui è andato moderatamente fiero per tutta la serata), i panini, la birra e la gazzosa bio, hanno reso il tutto molto simile ad un primo giorno di scuola.

In una platea composta da ragazzetti e ragazzette urlanti e pomicianti e trentenni nostalgici di quelle stesse urla e pomiciate, abbiamo assistito allo spettacolo di un gruppo (o meglio di un cantante) che tratta la propria musica con leggerezza, con ironia. Che pesca melodie semplici e naturali condendole con testi forse un po' da romanzo di formazione ma che colpiscono quello stesso pubblico in profondità, nella carne viva.
Una musica vintage si potrebbe dire; che sembra passare dallo spontaneismo di Rino Gaetano alla sofisticazione sfoggiata dei Baustelle ma ne fa una sintesi a suo modo originale.
Ma che soprattutto ancora non rinnega i bis, che non si vergogna della brevità del proprio repertorio, guarnendolo di cover generazionali, ripescando nel pentolone degli anni ’90 (per esempio diablo dei litfiba), oggetto nei prossimi anni di sicuro revival.


E quando quegli anni, fatti di camicie a scacchi di flanella e occhiali di osso neri, riemergeranno dal dimenticatoio, io e Cipputi organizzeremo qualcosa di fenomenale; un carnevale, forse. O forse una festa a tema dal titolo “REVAI-VO-VAI-VAL”.

Come stai?

Italian Dandy

Guardia '82


Paolo




3 commenti:

Anonimo ha detto...

ma i link ai brani?

bradiponevrotico ha detto...

5. Tornando alla tua musica. C'è sempre un forte gusto di malinconia e nostalgia ironiche, che è poi l'aspetto che, personalmente, apprezzo maggiormente. Sembra come che la tua poetica parta da un mondo per te scomparso e che rimpiangi (Il primo giorno di scuola, la madre che legge Novella 2000...). È effettivamente così? Senti veramente questo forte richiamo per una stagione passata che non tornerà?

Il disco è la fotografia di un periodo particolare della mia vita. La morte di mio padre, il rientro in Calabria dopo dieci anni vissuti in Toscana, il trovarmi di colpo catapultato in una realtà lavorativa che non mi apparteneva. Allora ti succede di vivere un periodo triste in luoghi di cui conservavi invece un ricordo dolcissimo. Il meccanismo della nostalgia canaglia è automatico, così come quello dell'ironia, il miglior mezzo per sfuggire alla sterile auto-commiserazione.
Mi piace che il disco guardi indietro, ma non necessariamente come fuga dal presente, piuttosto come monito affinché gli affanni quotidiani non facciano dimenticare "il gusto pieno della vita".

(da un'intervista a una tipa http://www.indie-zone.it/r.asp?id=2203)

bradiponevrotico ha detto...

Di Ciaccio è una spanna sopra (http://ludik.blogspot.com/)

Equi fiscali e solidali

Sabato sera, banchetti equi e solidali, il posto si chiama "Città dell'altra economia", mi dicono che prima lì, zona pregiata della Capitale, c'era un campo rom. Fatti sgomberare gli zingari per saggi motivi di ordine pubblico ora vendono ammenicoli etnici e borse di stoffa, con illusione finale di essere diventati parte del melting pot. Compilato a forza test sulle personali attitudini di consumatore consapevole. Il mio caffè uccide i contadini, il mio detersivo fa scomparire le balene, le mie merendine licenziano i lavoratori, la mia maglietta fa male alla pelle, la mia banca commercia in armi coi governi. Bere Coca Cola in tutto ciò mi sembra il male minore, ma mi fa perdere centoventi punti nel test, finisco relegato nella categoria del "superficiale", ma compro latte della coop e allora risalgo un po' sfiorando il "critico". Meno male che ci sono accanto i Brunori Sas in concerto. Malinconie in accomandita semplice (si vede, ogni tanto, che ho fatto ragioneria). E come sono contento di fare l'imprenditoreeeee - canta lui coi baffi - il mondo gira su stesso, io faccio lo stesso, cambio le lenzuola e non ci penso più. Feste di piazza, piccole cose, falò in spiaggia, vita di provincia, residue religioni calcistiche, graffiti sui muri, cieli in bianco e nero, sporadiche pose a guisa di italian dandy. Crepuscolarismo da anni zero, fatto apposta per certe meditabonde sere d'autunno, mentre voialtri, come dice il mio amico Tfm, "state ancora appresso a settembre e ai vostri dìmo e fàmo". Vorrei non salutarlo per mantenere la giusta distanza artista-ascoltatore. Però si sparge voce che con autografo dell'autore sia possibile detrarre spesa d'acquisto del cd dalle tasse. Lui mi scrive che si dice dedurlo e non detrarlo, con fiscali saluti (non sempre si vede che ho fatto ragioneria). Bevo una limonata equa e solidale che sa di medicina, mi fanno notare che è colpa delle multinazionali ad aver corrotto pure le nostre papille gustative, io dico che non è sempre così male, e comunque quando mi faccio a casa mia acqua e limone è non dico la lemonsoda ma comunque meglio.