lunedì 28 dicembre 2009

Fiesta 30!!!



Ps.
Stasera festeggio i miei trent'anni.
Fanculo la sobrietà.

giovedì 24 dicembre 2009

E' Natale e a Natale ti puoi fare di più

E in attesa che mi venga la voglia di scrivere un post natalizio, ammesso che mi venga, mi riciclo questo di due anni fa, sempre attuale perché mai attuale.
Oh che volete, Fiorella Mannoia e Franco Battiato possono riciclare quando sono a corto di idee e io no?
Felice Natale dal blogssss (sentite le renne arrivare?)

Post riciclato (dunque sostenibile): Natale per sempre

Ah, seguono due cadeau fotografici natalizi, scelti apposta per alimentare stereotipi beceri e triti.

Se siete donne, cliccate qui per la vostra cartolina natalizia e commuovetevi

Se siete uomini, cliccate qui per la vostra cartolina natalizia e commuovetevi


Vabbè,il post mi sembra abbastanza lungo, facciamo che è questo e festa finita.

mercoledì 16 dicembre 2009

martedì 15 dicembre 2009

Per sdrammatizzare


Il sangue dei tinti (ovvero "e fattela na risata")


Milano, Berlusconi ferito da un oggetto lanciato ad personam.
(o anche: psicopatico colpisce a morte le speranze del centrosinistra)

Berlusconi colpito al volto da un souvenir del Duomo. Subito annullato il comizio di Matera.

La prognosi di Berlusconi è di venti giorni. Quella dell'Italia un'altra legislatura.
(Venti giorni? Agli italiani basterà molto meno per dimenticarsi di Spatuzza)

Il premier dovrà sottoporsi a un intervento per rimuovere dal volto la scritta "onaliM id odrociR".

In un certo senso, Berlusconi ha accontentato quanti gli chiedevano un faccia a faccia con la Chiesa.

L'aggressore è incensurato. Subito esclusa la pista che porta all'Udc.
(L'uomo è risultato essere uno psicolabile. Votava Pd)

"Non sono nessuno", ha dichiarato Tartaglia quando è stato preso, cercando di farsi passare per Rutelli.

Il padre: "Votiamo Pd, ma in casa nessuno odia Berlusconi". Anche se usare due volte la stessa giustificazione suona sospetto.

Tartaglia non risulta iscritto ad alcun partito, ma rifiuta di mostrare i calzini.

L'Economist: "Berlusconi inadatto a sanguinare".

È polemica sui social network: nessuno aveva notato il crescente numero di iscritti al gruppo Facebook "Feriamo lievemente al labbro Berlusconi".

Su Facebook già nati numerosi gruppi che simpatizzano per lo squilibrato. Fra i più quotati "Rimettiti presto Silvio".

Ora si temono gesti di emulazione. E se qualcuno assalisse Napolitano con un grissino?

Minacciati anche altri esponenti della maggioranza: recapitata a Brunetta una busta contenente una gondola.

Immediata la risposta del Pdl: Gasparri lancia una statuetta di Silvio contro il Duomo.

"Ora va eliminata l'opposizione" dice Ali Khamenei dall'Iran.

Centrodestra compatto: "È una conseguenza del clima di odio". Finalmente un po' di autocritica.

Per non alimentare il clima di violenza, da oggi Berlusconi avrà sempre ragione.


(copiato spudoratamente da www.spinoza.it, un blog serissimo)
unica originale di bradiponevrotico, ideata subito dopo pranzo:
avete uno stecchino? mi è rimasto un duomo tra i denti
saluti

lunedì 14 dicembre 2009

Le parole sono pietre


Ci sono degli eventi che mutano il corso delle cose.
Ieri stavo per scrivere un post su una strana coincidenza tra l’invettiva contro il 41bis fatta da Giuseppe Graviano al processo a Dell’Utri e la proposta di abolizione del trattamento carcerario duro nei confronti dei capi mafia contenuto nello stesso articolo fatta dal giornalista Filippo Facci sul Libero e prontamente sostenuta da Andrea Marceraro sul Foglio.
Il gesto violento fatto nei confronti di Silvio Berlusconi cambia –nel senso che peggiora- il quadro politico del paese e mi trasmette una forte e sincera preoccupazione.
Non mi preoccupano solo i gruppi Facebook di sostegno all’aggressore squilibrato ma anche persone per bene che sulla mia pagina dello stesso social network scrivono: “La colpa dell'accaduto e dello stallo in cui è costretto il nostro paese è delle opposizioni. Quelle di certa stampa, di certa tv, di certa editoria, di certi "intellettuali", di Magistratura Democratica (?) e purtroppo anche di quelle politiche (Casini compreso, visto che solo 2gg. fa si è detto pronto ad allearsi pure con Di Pietro pur di mandare via Berlusconi) che seguono a rimorchio. Quelle che da anni, anziché disegnare un'idea credibile di paese (magari per vincere le elezioni e governare per più di un anno), di parlare di lavoro, famiglia, vita, educazione, ecc., danno a Berlusconi del pervertito, ninfomane, pedofilo, mafioso, corruttore, corrotto, ladro, infame, dittatore, fascista, e a questo hanno ridotto la politica. E i tanti idioti che oggi festeggiano, anke qui su fb, non fanno ke dimostrarlo (oltre che dimostrare l'assenza di qualsivoglia cultura politica). Come direbbe Gianni Morandi: GRAZIE A TUTTI”
Questo dà il segno inequivocabile che bisogna mantenere la calma e prestare attenzione alle parole.
La svolta sta nel fatto che dobbiamo imparare a considerare che le parole sono pietre e –per quel nulla che vale- noi di bradiponevrotico faremo attenzione ad esse, non rinunciando però alle nostre opinioni.

domenica 13 dicembre 2009

L'11 settembre di Silvio Berlusconi


Dell'aggressione subita da Berlusconi a Milano poco mi interessano i cori di giubilo che rimbalzano tra sms e commenti su facebook. Onestamente, ci trovo anche tanta vigliaccheria. Che la violenza impone una presenza e una chiamata in causa della responsabilità individuale che non si concilia con la comoda barriera dello schermo di un pc.
Della botta presa in faccia dal premier mi interessa la forza dell'immagine che segue.
Al di là di qualsiasi convinzione ideologica, anche giustificata e legittima, il sangue che copre quel volto, è il sangue che copre la faccia di un vecchio aggredito (e di qui, forse, quel senso di pena che ho provato).
Dunque, il viso sconvolto dalla violenza subita - per una volta non imposta - restituisce la terza dimensione a un'icona che sembrava averne solo due.
Berlusconi colpito al volto è la restituzione di umanità all'icona divinizzata, seppur via catodica, del capo.
A livello incoscio, l'immagine del volto sanguinante di Berlusconi, che verrà riproposta, rimaneggiata, sarcasticamente manipolata, migliaia di volte da qui in poi, comunica qualcosa di tanto banale quanto strabiliante.
L'uomo che ha "diretto" l'Italia per 15 anni, l'uomo che ha vinto sorridente risorgendo dalle sue ceneri politiche più volte, l'uomo invincibile, impossibilitato ad invecchiare, incapace di malinconie che non siano passeggere, l'uomo divinità, è stato colpito. Danneggiato. Ammaccato. Mutilato nella sua perfezione.
L'immagine, questa immagine, segna uno spartiacque dopo il quale nulla sarà come prima nel rapporto tra il capo di Arcore e il popolo italiano.
Seguendo una dinamica simile alle torri gemelle colpite a morte dagli aerei kamikaze.
Il simbolo del potere invincibile che crolla. Quello che nessuno credeva possibile, se non nei sogni frustrati e rabbiosi dell'uomo di strada, diventa possibile.
L'immagine delle torri che crollano diventa ossessione, viene vista e rivista, si imprime nella retina, consumata, ingoiata, risputata, riassimilata, manipolata, artisticamente ridata alla vita, e infine disinnescata. Il trauma scioccante subisce la necessaria rielaborazione del lutto. Del lutto, appunto. Ma un dio morto, o fosse anche soltanto un dio di cui è stata provata la mortalità, non è più un dio. Oggi inizia la fine del carisma divino di Berlusconi.
E il popolo sa essere crudele con la vecchiaia di un despota.

lunedì 7 dicembre 2009

Davvero ci salveremo consumando(ci) di meno?


1. Se guardi una foto ingiallita degli anni Settanta, vedi dei giovani magri, stretti in jeans a zampa larga e magliette a righe. Ti senti salire un'invidia e una domanda: come facevano ad essere tutti così magri? Scheletrici, quasi un'altra razza, quasi un altro mondo.

2. A Copenaghen comincia il vertice Onu sul clima. Da anni ormai le associazioni ambientaliste segnalano il rischio letale per il genere umano dovuto al surriscaldamento climatico. Al centro delle preoccupazioni le emissioni inquinanti degli uomini e lo spreco delle risorse. Parola d'ordine: consumare di meno tutto. Acqua, Energia, oggetti, cibo, soprattutto carne.

1+2. C'è qualcosa che non mi convince negli appelli a consumare di meno di questi anni. E' probabilmente l'aria, sottotraccia ma evidente, di rinuncia, di limitazione, che la richiesta impellente porta con sé. Consumare meno, trattenersi, per salvarci. C'è qualcosa del cattolico senso di punizione seguente al peccato, in tutto ciò. Abbiamo esagerato, adesso dobbiamo espiare lo spreco con la morigeratezza. Ma l'appello alla vita non può essere un messaggio in negativo, non si può puntare al futuro partendo da un segno "meno". Anche perché privarsi significa aprire un vuoto, e il vuoto si riempie sempre di qualcosa. Fosse anche il rifugiarsi nella lettura, nei social network, comunque strumenti di consumo. Per leggere questo post ci vuole un pc e una connessione a internet, come per comprare l'ultimo libro di Saramago, o andare all'ultima mostra di arte contemporanea. Ci vogliono soldi, e quindi lavoro. E prendere il tram, o peggio la macchina. E camion che si spostano e manutenzione. Inquinamento.
I giovani degli anni Settanta erano magri perché consumati dalla vita. Passavano il tempo in gruppo, girando da una casa all'altro, organizzandosi, facendo riunioni, o semplicemente stavano insieme. Mangiavano, probabilmente, poco e male, perché troppo impegnati a vivere. Consumavano poco, perché avevano da salvare il mondo. Il loro essere ecologicamente sostenibili derivava dal loro considerare politicamente insostenibile il presente che vivevano.
Dovremmo dunque prendere esempio da loro. Tornare alla vita della condivisione, alla strada, alle poche ore di sonno. Consumare di meno, consumandoci di più.
Sarebbe uno splendido modo per salvare l'Amazzonia, il polo nord, e quello strano insetto tropicale di cui non sospetto neppure l'esistenza.

post scriptum: chiaramente qui si generalizza su una generazione composita e variegata. Ma negare delle comunanze di fondo che attraversano i periodi storici e i loro abitanti, sarebbe enormemente più superficiale.

giovedì 3 dicembre 2009

Prima del tramonto



Alla fine l'ho recuperata. Era una nota, fatta di pochi versi e scritta in una delle ultime pagine del libretto che accompagna il disco Vitalogy dei Pearl Jam. Ricordavo che parlava del tramonto, e di chi se ne va sempre un attimo prima che accada qualcosa di splendido.
Avevo in mente un post molto poetico sulla cosa, ma nel frattempo mi sono scordato cosa volevo scrivere, quali parole per la precisione.
Era qualcosa attorno all'adolescenza da Narciso, al bere a piccoli sorsi interrotti, al rinunciare un attimo prima. Era qualcosa sulla scelta, ad un certo punto, di diventare Boccadoro, di vuotare la coppa d'un sorso. Di quanta vita ho messo in tasca e nel cuore da quella scelta in poi.
O qualcosa del genere. Non ricordo bene, ma ho recuperato i versi, e ve li appiccico qui sotto, così ve li leggete e magari vi fate coraggio ad avere coraggio.
Se c'è una cosa che ho imparato è che le cose migliori succedono nelle ultime ore della notte, mai prima, mai prima. E mi spiace per tutte quelle che sono tornate a casa un attimo prima del tramonto.


I waited all day.
you waited all day..
but you left before sunset..
and I just wanted to tell you
the moment was beautiful.
Just wanted to dance to bad music
drive bad cars..
watch bad tv..
should have stayed for the sunset...
if not for me

No B Day Si


Andare o non andare? Ma sì, andare. Dico al No B Day of course.
Ha fatto una cazzata Bersani a non dare l'adesione del Pd. Non perché in Italia si difetti di grandi manifestazioni. Ne facciamo una ogni mese, e ogni volta respiriamo quest'aria trionfale, quasi vincente. E ogni volta il governo se ne sbatte le palle. Sembra che l'unico obbiettivo reale e realistico di queste manifestazioni sia rubare il posto in agenda settinga a Berlusca per un giorno.
Perchè allora Bersani ha fatto una cazzata?
Non si tratta del merito, per una volta (a parte che augurarsi che sto governo vada a casa è legittimo), e neanche del risultato, ma del metodo.
Quella di sabato 5 dicembre è la prima manifestazione (probabilmente di massa), che in Italia viene organizzata e indetta interamente dal popolo di Internet, soprattutto quello di Facebook e dei blog.
Per la prima volta, in una manifestazione così grossa, verrà vietato ai politici di salire sul palco (anche a Di Pietro e a Rifondazione che hanno aderito), persino un personaggio come Beppe Grillo, è stato stoppato.
E' importante essere in tanti. La forza della malapolitica che si trascina per inerzia è sempre stata il poter confidare nel fatto che gli scontenti sono costellazioni distinte, quando non pianeti lontanissimi e isolati.
Dare un'immagine di compattezza, e soprattutto di capacità di autorganizzazione, potrebbe essere un buon segnale, e un buon inizio di qualcosa.
Poi che Berlusconi e soci se ne batteranno i beneamati coglioni e andranno avanti come panzer... su questo non ci sono dubbi.

Ps: oltretutto in un clima del genere, che fa Letta, il vice di Bersani? Dice a Berlusca: "hai diritto a difenderti dai processi". Pd, esci da questo corpo!