sabato 17 gennaio 2009

Sulla questione israelo-palestinese


Ho scelto Guernica perché rappresenta un massacro, di persone, di animali, di speranze.

Con molta probabilità potrebbe raffigurare lo strazio provocato da un missile israeliano a Gaza, ma potrebbe essere l’immagine di un ristorante di Tel Aviv dopo un attentato.

Sia chiaro che non voglio fare parti uguali tra diversi. La situazione umana nella striscia di Gaza è terribile, inquietante. Le bombe con la stella di David sono omicide e barbare come tutte, non hanno giustificazioni diverse. Anche l’uso dei civili da parte di Hamas non serve né a lenire il dolore né a fare “pari e patta”.
La strumentalizzazione dei civili e delle stragi, il lancio da parte degli aerei israeliani di volantini che avvisano la popolazione dell’imminenza dell’attacco per mantenere la moralità formale su cui Tsahal (l’esercito israeliano) dice di poggiare, sono una rappresentazione farsesca e tragica della violenza dell’uomo e della sua ipocrisia.

Ma in questo clima non sottoscriverei lo slogan “siamo tutti palestinesi” che ho visto ripetutamente sui muri di Roma; né parteciperò a manifestazioni “pro Palestina”. E’ una questione terminologica: dirsi pro-Palestina vuol dire non prendere in considerazione Israele ed il suo diritto a esistere in sicurezza. Serve solo ad alimentare l’odio e a rafforzare l’idea che in quella porzione di terra non ci sia posto per i due popoli. E’ la logica del “o con noi o contro di noi”.

Spero le morti finiscano e ci sia dignità per tutti, senza bombe, muri e vessazioni sui civili.Non so come si possa uscire da questa situazione se non con la politica, con le trattative e le rinunce bilaterali. E’ banale, lo so. Ma preferisco la banalità della speranza alla banalità del male dei missili intelligenti e degli attentati.

5 commenti:

Cipputi ha detto...

Però in questo momento ha molto più senso fare una manifestazione contro un esercito che sta schiacciando un popolo, già ridotto ai minimi termini, che starsene a casa per non rischiare di essere confuso per un sostenitore di Hamas.

Unknown ha detto...

Cipputi sei dogmatico

Cipputi ha detto...

Dogmatico è chi non si schiera se non trova una corrispondenza totale con le proprie posizioni.
Il comportamento di chi scende in strada rischiando le contraddizioni di far parte di una massa eterogenea è tutto fuorché dogmatico.
Partecipare è sporcarsi le mani, accettare il dubbio dell'errore.
Starsene a casa e dire che nessuno ha ragione è una posizione molto più semplice e "monolitica".

Unknown ha detto...

dogmatico 1 (agg. e sm.) (pl. m.-ci) agg. 1 Relativo ai dogmi; che concerne i dogmi. ~ assiomatico, assoluto. <> discutibile, dubbio. 2 Che non ammette contraddizioni, categorico. ~ indiscutibile. • verità dogmatica. 3 Intransigente. ~ inflessibile. 4 Relativo a una dottrina che viene più affermata, mostrata che sentita e provata.
Sinonimi: acritico, assiomatico, assoluto, dottrinario, indiscutibile

Cipputi ha detto...

anche alla base della tua gentile trascrizione del dizionario Zanichelli, confermo quanto detto prima:
In certi momenti bisogna esserci, NONOSTANTE i tantissimi dubbi che uno può avere. Anche perchè se non fosse per spiegare questo, il mio intervento non avrebbe avuto nessun senso. Poi capisco che quando il dito indica la luna... (lo dico con ironia, eh)